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120 anni di Boca Juniors, ma come nasce il leggendario Club?

Il 3 aprile 1905, un gruppo di giovani italiani originari di Genova si riunì a Buenos Aires nella casa di Esteban Baglietto per dare vita a un sogno sportivo. Tra i partecipanti figuravano Alfredo Scarpatti, Santiago Sana e i fratelli Juan e Teodoro Farenga, originari di Muro Lucano.
La prima divisa bianco-nera, venne “distrutta” e i fondatori si trovarono a dover scegliere nuovi colori. Fu Giovanni Juan Brichetto, lavoratore portuale, a proporre una soluzione inaspettata: recarsi al molo e osservare la prima nave che passasse. La nave Drottning Sophia, con il suo vessillo sventolante in giallo e blu – i colori della bandiera svedese – diede vita alla scelta che ancora oggi caratterizza il club.

Successi Sportivi

Nel 1913, il Boca ottenne la tanto ambita promozione in Primera División, grazie anche alla decisione della federazione calcistica argentina di espandere il campionato. La stagione 1925 vide il club intraprendere la sua prima tournée europea, disputando 19 partite in Spagna, Germania e Francia, e ottenendo ben 15 vittorie. Questo successo portò alla denominazione di “Campeón de Honor” per quella stagione.

Con il passare degli anni, il Boca Juniors si affermò come una delle realtà calcistiche più titolate d’Argentina, con 35 scudetti della Primera División e una collezione di 22 trofei internazionali, testimonianza del prestigio e della qualità della squadra.

Lo scudetto societario

Il simbolo del Boca Juniors ha attraversato diverse evoluzioni. Il primo scudetto societario, introdotto nel 1922, fu caratterizzato da un fondo bianco, le iniziali “CABJ” in giallo e blu e una banda orizzontale gialla, utilizzato per oltre trent’anni fino al 1955. Oggi, il logo del club si distingue per uno sfondo blu adornato da stelle e le iniziali gialle, simboli inequivocabili di un percorso costellato di successi e tradizioni.

I “Xeneizes”

Il termine “Xeneizes” deriva dalla traslitterazione in castigliano-argentino del dialetto genovese “zeneize”, che significa appunto genovese, in omaggio alla colonia italiana presente nel quartiere La Boca. Oltre a questo, i sostenitori e i calciatori della squadra sono conosciuti anche con altri soprannomi, come “Boquenses” e “Boquita”, mentre il vasto seguito popolare viene celebrato come “La Mitad Más Uno” e “azul y oro”.
In un gesto di affetto e appartenenza, i tifosi si definiscono “Jugador Nº 12”,il dodicesimo uomo in campo, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel sostenere la squadra. Anche i soprannomi peggiorativi, come “Bosteros”, sono stati in parte riappropriati, trasformando ogni termine in un simbolo di orgoglio e identità.

La Bombonera

Dopo numerosi spostamenti e difficoltà organizzative, il Boca Juniors trovò finalmente la sua casa definitiva. Il 18 febbraio 1938, durante la presidenza di Camillo Cichero, fu posta la prima pietra dei lavori per la costruzione della Bombonera, lo stadio che divenne presto il cuore pulsante della squadra.
Inaugurato il 25 maggio 1940 e con il primo incontro ufficiale disputato il 2 giugno dello stesso anno contro il Newell’s Old Boys, la Bombonera divenne simbolo di resistenza e passione. Nel 1953, l’opera fu completata con l’aggiunta di un terzo anello e di un impianto di illuminazione artificiale. Solo nel 1996, sotto la guida di Mauricio Macri, l’area dei vecchi palchi venne rinnovata, con nuove gradinate e murales di artisti come Pérez Celis e Romolo Macció, che arricchiscono ulteriormente l’identità visiva dello stadio.
Dal 2002, la struttura porta il nome di Alberto Jacinto Armando, storico presidente del club, e oggi può accogliere fino a 57.395 spettatori. La particolare acustica e l’effetto “vibrazionale” creato dal saltare ritmicamente i tifosi hanno fatto nascere il celebre slogan: “La Bombonera no tiembla. Late.”